La contaminazione della danza etrusca e greca a Roma nel III secolo
Attorno al III secolo A.C., al tempo dei Patrizi, a Roma, venne introdotta la danza grazie alle correnti artistiche provenienti dall’antica cultura Etrusca.
Esistono infatti svariate testimonianze riscontrabili presso le figurazioni artistiche ed i dipinti all’interno delle necropoli; queste rappresentazioni figurative, sono l’emblema di ciò che questa popolazione riteneva come forma d’arte principale alla normale vita ed attività ludico-sportiva e spettacolare piuttosto che religiosa:
musica e danza costituivano le fondamenta solide per l’intrattenimento artistico di questa cultura popolare.
Roma inoltre viene influenzata soprattutto dalle antiche civiltà come quella Orientale, quella Greca ed Ellenistica, le quali consigliavano un approccio maggiormente orientato all’ostentazione del lusso e della sfarzosità generale dell’arte e della cultura a livello di esaltazione delle stesse; proprio per queste influenze, Roma abbandona le antiche tradizioni legate alla semplicità dei costumi, sia nell’arte che nella vita stessa, lasciando più spazio all’inventiva dei fattori sopra citati.
Influenze talmente in espansione che naturalmente, sfociano persino all’interno della celebrazione religiosa, del culto e delle credenze: infatti la cultura religiosa ellenica viene anch’essa assorbita ed addirittura sincretizzata con quella romana.
Quindi contemporaneamente alla cultura ed alle influenze della cultura Etrusca, per le vicissitudini appena menzionate, capiamo come i fattori di trasposizione artistica, culturale ed anche dell’estetica, fungono come mezzi di contaminazione tra la cultura Greca all’interno di quella Romana; entrambe le culture entrano con forza e veemenza all’interno della classicità Romana, mutandone le basi, gli usi, i costumi e la direzione.
La Danza si trasforma perciò in parallelo allìinfluenza culturale, divenendo un elemento predominante e di importanza davvero rilevante sotto ogni aspetto di vita, sia pubblica che privata, attraverso il suo stesso inserimento a livello istituzionale e grazie al suo tramandarsi sotto l’aspetto dell’insegnamento.
Tutte queste mutazioni culturali ed artistiche avvengono nei confronti di ogni cosa all’interno del popolo Romano, tanto da includere anche la parte teatrale, la quale, nella fase più acuta della trasformazione dell’Impero Romano, assume toni ispirati alla allora conosciutissima e tanto apprezzata pantomima greca.
Una riconosciuta forma teatrale simile a ciò che viene tutt’oggi rappresentato a teatro, includendo aspetti comici e tragici, nella quale rappresentazione le parole degli attori, vengono sostituite prevalentemente da posture corporee, gesti ed appunto, mimiche facciali.
Il tutto condito dalla bellissima azione scenica, sia per quanto riguarda l’aspetto costumistico che scenografico, delle vesti e delle maschere utilizzate, attraverso il gioco e la trasformazione
La Danza Nel medioevo
All’inizio del Cristianesimo, il ballo inizia a ritualizzarsi, soprattutto nei confronti delle celebrazioni religiose, la chiesa perciò rappresenta un luogo molto importante per lo sviluppo della danza, la quale si amplifica attraverso il culto religioso se eseguito per rappresentare il Dio, ma viene invece penalizzata quando cerca di intrattenere attraverso il puro e semplice divertimento.
Verrà di fatto “condannata” la forma artistica del ballo quando appunto inizierà a farsi strada fuori dai tanto voluti schemi ecclesiastici.
Il popolo reagisce a tutto questo tramite le varie processioni danzanti, utilizzando spesso la danza per svariate rappresentazioni, contro guerre, pestilenze, carestie, o problemi collettivi di varia natura, la danza, pur di continuare il suo cammino, si trasforma in un metodo espressivo per esorcizzare le cose brutte, la morte ma soprattutto, come metodo per reagire ai divieti dettati dalla allora potentissima Chiesa.
Ricordiamo a tal proposito la nascita del Giullare, un attore, cantastorie, cantante, e ballerino, pronto a utilizzare l’arte del ballo a puro scopo intrattenitivo.