Interesse nella professione del ballo da parte dei maestri
Nessun maestro è in grado di sostentarsi solo con lezioni private, queste quando sono richieste, costituiscono solo una piccola percentuale dell’ammontare di uno stipendio di un istruttore di danza.
L’altra parte del sostentamento deriva da rimborsi sportivi sulle lezioni collettive, più un maestro possiede corsi collettivi, più naturalmente guadagna.
Il più delle volte però, tra tassazioni ed enpals o partite iva, sono davvero pochi i soldini che vanno a costituire uno stipendio da istruttore.
Con la nuova riforma sportiva del 2023, molti istruttori dovranno per lavorare aprirsi una partita iva, il che andrà ancor più ad incidere sul compenso finale, se pensiamo che il tetto massimo non tassato, forse verrà inoltre abbassato ai 5000 € (e non più 10.000 €).
La maggior parte degli insegnanti di danza, possiedono contratti di collaborazione sportiva, non viene loro riconosciuta una copertura di base da infortunio o malattia, ed il loro corpo è il loro principale strumento lavorativo, tant’è che danneggiato quello, la situazione diventa abbastanza insostenibile per qualsiasi insegnante.
Al netto di questo un insegnante di ballo decide di insegnare, non tanto per il fatto che guadagna nel farlo, quanto per il fatto che possiede senz’altro questa vocazione.
Non si diventa ricchi nell’insegnare danza, o meglio, è possibile essere degli ottimi insegnanti riconosciuti a livello regionale, nazionale ed internazionale, ed in base a questo ottenere un prestigio più elevato nell’ambiente, nonché una retribuzione oraria del docente più elevata, ma questo è e rimane comunque un lavoro come un altro.
Diciamo che ad agenda piena un maestro di ballo può guadagnare bene, ma ripetendo, più guadagna più ha spese da sostenere a livello di contabilità e tassazione.
Tuttavia, lavorare nell’ambiente della danza offre numerosi benefici immateriali come l’amicizia, la consapevolezza lavorativa di sé stessi e la salute del corpo, nonché una cospicua realizzazione spirituale, l’espressione soggettiva personale, la riconoscenza dei vari allievi e così via.
Non è possibile sviluppare grinta e capacità attraverso cose che non si amano, specialmente se tra queste è presente il proprio lavoro.
Da giovani la maggior parte dei maestri è stata esposta al detto “è giusto inseguire i propri sogni e le proprie passioni per un futuro migliore”,tuttavia, le passioni si trovano raramente nella loro forma completa quando vengono poi applicate alla giornata di lavoro.
Una cosa è infatti ballare artisticamente e liberamente per se stessi e senza vincoli, un’altra è farlo per altri attraverso metodo e disciplina per fare apprendere esercizi propedeutici.
Nella vita infatti molti istruttori hanno ad un certo punto dovuto scegliere se essere danzatori o maestri professionisti, poiché entrambe le cose, il più delle volte non collimano.
Essere un buon istruttore non significa essere per forza un grande ballerino e viceversa.