Suggestioni contemporanee della musica e del ballo in libertà di fusione
Gli ultimi 60 anni sono stati un periodo alquanto insolito per il nuovo target artistico destinato ad una varietà di pubblico nuova.
Nella normalità sociale e popolare di tutto l’insieme artistico occidentale si sono inoltre affiancati nuovi interessanti sistemi che rappresentano una multiculturalità differente e più inclusiva.
Questo è accaduto specialmente per quanto riguarda la musica e la danza, in effetti alle forme di alto rango e di cultura estrema della danza accademica e della musica classica, si sono man mano affiancate ed incorporate le danze e le musiche etniche.
Questo è uno dei pochi distintivi positivi del tanto decantato e sponsorizzato fenomeno della globalizzazione.
Questa trasmigrazione di immagini, idee, costumi e usanze sono la base di un avvicinamento a nuove espressioni culturali, tramite le quali è possibile essere istintivamente attratti verso categorie musicali e di danza alle quali nasciamo completamente impreparati.
Una persona nata in un Paese europeo e quindi abituata a uno stile musicale classico risalente ai secoli precedenti, oppure caratterizzato oggi da alcuni gruppi pop famosi ma pur sempre composti da pochi elementi (e quindi pochi strumenti), può rimane estasiata oppure disorientata quando per la prima volta il suo orecchio viene rivolto a ritmi tribali di origine etnica, come possono essere la musica di natura percussiva di alcune tribù di origine africana, un’orchestra di musica caraibica, un brano di Samba brasiliano o anche generi provenienti dall’Occidente ma mescolati a ritmiche etniche come il Tango.
Istintivamente l’attenzione viene rivolta alla nuova musicalità, inizialmente come qualcosa di inconcepibile, di difficile da ascoltare, il suono degli strumenti a noi estranei appare strano, goffo, a volte irritante, eppure continuiamo ad udirne le diversità dal nostro convenzionale per carpirne il significato, per abituarci ad apprezzarne il virtuosismo (cosa che avviene solo col tempo); troppi nuovi suoni equivalenti ad un numero di strumenti elevato si intrecciano colpendo il nostro udito e distraendo la nostra attenzione dalla stessa melodia musicale, che appare anch’essa stravagante quando la ascoltiamo appoggiare su quei numerosi effetti sonori che compongono la base ritmica.
Ma una volta che l’ascoltatore inizia ad apprezzare uno stile fino a poco tempo prima sconosciuto, allora si può affermare come tutto questo porti infine le differenti culture allo scambio di elementi, all’utilizzo di determinati strumenti musicali di origine tribale all’interno di musica popolare occidentale, o viceversa.
Solo così è stato possibile nel corso del Ventesimo secolo in gran parte del Mondo, la nascita di centinaia di nuovi generi musicali: Mambo, Cha cha cha, Salsa, Cumbia, Charleston, Fox-trot, ecc. nascono esattamente dall’incontro e fusione successiva di generi preesistenti nati indipendentemente in Paesi profondamente differenti tra loro, per quanto riguarda l’ambito culturale, musicale e del ballo popolare.